1720 – 2020; trecento anni del Cavalier Piranesi
Ebbene nel 2020 ricorre anche il trecentesimo anniversario dalla nascita di Giovanni-Battista Piranesi che tanto doveva lasciare nella storia delle incisioni d’arte.
A noi spetta il compito di testimoniare la fortuna di coloro, i pochi eletti, che hanno il privilegio assoluto di sfuggire all’oblio del tempo ed ai quali il tempo stesso sancisce l’immortalità.
A circa 20 anni il giovane Piranesi si trasferisce da Venezia a Roma e visita le prigioni dell’allora Stato Pontificio. Da quella visita che impressionò il giovane, nascerà la serie delle famosissime “Carceri di invenzione”, una suite di 16 tavole edita più volte nel tempo le le cui influenze si ritrovano anche oggi in tutte le forme di arte.
Le architetture ciclopiche, le atmosfere cupe, “gotiche” , quasi infernali, i possenti macchinari, le figure umane solo come fuggevoli presenze, quasi ombre, nei labirinti di corridoi, scale, anfratti e spazi. Un viaggio immaginario attraverso la mente del genio della composizione e della tecnica dell’acquaforte. Le carceri non sono tuttavia solo un sogno immaginario; esistono, sono lì presenti, fatte di pietre, mattoni, legno reali che possiamo quasi toccare grazie alla facilità del segno e del gesto dell’artista.

Sono proprio loro, le architetture, le vere protagoniste delle tavole delle Carceri. Le figure sono in secondo piano e sembrano quasi non essere indispensabili. Tuttavia gli uomini sono presenti, rappresentati mai come veri e propri prigionieri, e popolano il mondo delle Carceri come se queste non potessero prescindere dall’uomo e l’uomo da esse.
Molte le suite di acqueforti prodotte negli anni, come se incidere fosse per Piranesi una necessità quasi ossessiva ed urgente da venire prima anche della propria salute: le Vedute di Roma; la serie dei Vasi, Candelabri, Cippi; Villa Adriana; le superbe tavole di Paestum, sito scoperto proprio in quegli anni, architetture reali, immaginate ed immaginarie per “ l’architetto Piranesi” che ufficialmente sovrintese solamente al restauro della chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma.
A Podere San Giusto:
Dalla suite delle “Carceri di invenzione”:
Tav. IV – La Piazza Grande
Tav. XI – L’arco con la decorazione a conchiglia

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