San Giovanni Valdarno: storia e curiosità
San Giovanni Valdarno sorge nella valle del fiume Arno, in provincia di Arezzo. La ricostruzione duecentesca reimpiegò la struttura urbanistica precedente, di età romana, che prevedeva una grande piazza centrale da cui prendono il via i due assi viari principali. Oggi, il comune di San Giovanni Valdarno conta poco più di 17 mila abitanti e conserva molte delle strutture più antiche, risalenti alla sua ricostruzione avvenuta nei secoli XIII e XIV.
Dopo un lungo periodo di abbandono, infatti, il borgo fu riedificato per conto dei sovrani fiorentini, che decisero di dotare il territorio di una serie di avamposti militari ubicati sulle principali rotte di scambio. La ricostruzione ebbe inizio nel 1296 ed il paese venne inizialmente chiamato Castel San Giovanni, costruito insieme ad altri presidi militari situati a guardia dell’Arno e popolato da coloni che il capoluogo fiorentino decise di incentivare mediante la concessione di notevoli sgravi fiscali. Il grande progetto edilizio fu ordito dal noto artista e letterato Arnolfo di Cambio, incaricato dai sovrani del contado di Firenze di organizzare un sistema volto a fermare gli attacchi portati da aretini e pisani. Proprio a causa dei frequenti scontri, già una cinquantina d’anni dopo la costruzione della cortina, le mura del presidio risultavano in condizioni precarie, tanto che Firenze fu costretta a ristrutturarle e rafforzarle, aumentando anche il numero delle torri di guardia.
Dopo la caduta di Arezzo, lo stato fiorentino dovette scontrarsi con la sempre più pericolosa politica espansionistica attuata dai Visconti di Milano, che miravano a conquistare la vicina Emilia e la Toscana. Ciò fece in modo che San Giovanni mantenesse viva la propria importanza, in funzione del suo ruolo centrale nello scacchiere politico e militare dei possedimenti fiorentini. Dopo decenni di scontri, il contado di Firenze e tutta la Val d’Arno inaugurarono finalmente un periodo di pace, che favorì lo sviluppo economico ed un marcato aumento demografico. Alla metà del Trecento risale la costruzione del Palazzo Pretorio, noto anche come Palazzo d’Arnolfo, che fu sede del Podestà fino al 1401 e poi dei Vicari del Valdarno Superiore a partire dagli anni venti del XV secolo. La pace di quegli anni, tuttavia, ebbe breve durata, poiché già nel 1431 molti centri della Val d’Arno vennero nuovamente attaccati dall’esercito dei Visconti, e qualche anno dopo, a partire dal 1478, anche dall’esercito papale inviato da Sisto IV, che ordinò di invadere la Val d’Arno e conquistare Montevarchi e San Giovanni.
La decadenza del borgo ebbe inizio con la grande epidemia di peste del Cinquecento, che finì per uccidere i due terzi della popolazione che viveva in città. Tra i superstiti figurava Lorenzo, un bambino di pochi mesi che, morti i genitori, fu allevato dall’anziana nonna. La donna non riuscì a trovare una nutrice, quindi decise di rivolgersi alla Madonna raffigurata sulla porta del castello. La leggenda vuole che quella stessa notte l’anziana fu dotata del latte con il quale nutrire il piccolo. La notizia del miracolo si diffuse ovunque richiamando numerosi fedeli, compreso Lorenzo de’ Medici e intorno all’immagine sacra fu edificata una cappella, poi divenuta l’attuale Basilica. Con il volgere al termine degli scontri, tutti i possedimenti che avevano avuto un ruolo nella difesa del territorio cominciarono a perdere d’importanza e San Giovanni inaugurò un periodo di netto ridimensionamento, sia dal punto di vista sociale che economico.
La definitiva rinascita cominciò a partire dal 1772, quando il dominio austriaco mise fine ai vicariati e il Granduca Leopoldo ordinò la bonifica dell’area valliva, che favorì la ripresa dell’agricoltura e del commercio.
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